Come ogni anno, il desiderio di scoprire un’isola greca, aumenta con l’avvicinarsi della partenza.
Le aspettative sono tante, non manca qualche timore, che puntualmente svanisce mentre l’aereo sta atterrando e l’isola prescelta diventa sempre più grande e mette in mostra bellissimi scorci visti dall’alto.
Quest’anno è la volta di “SAMOS” l’isola di Pitagora, di bellissime spiagge, splendidi villaggi e di un ottimo vino.
Per trascorrere una giornata al mare c’è solo l’imbarazzo della scelta, spiagge ed insenature sono tante e tutte con ottimi servizi, con taverne dove si mangia veramente bene, a costi contenuti.
La caratteristica di quasi tutte le spiagge è una distesa di sassi di tutte le misure e colori, ad eccezione di “Livadaki” a nord di Samos, forse la più bella di tutte.
Quella che mi è rimasta nel cuore è “Mourtia”, la meno turistica, bellissima con le piccole barche dei pescatori, il colore giallo delle reti ad asciugare sugli scogli, che contrasta con il colore dell’acqua, un verde smeraldo intensissimo.
Visitare i villaggi crea i presupposti per conoscere la gente locale ed è qui che tocca con mano la cordialità del popolo greco.
Andare al nord, a “Manolates” e “Vourliotes”, oppure al sud a “Chora” è stato un’esperienza più che positiva.
Per qualche ora piacevole in mezzo alla gente, di sera sicuramente “Pythagorio” e “Kokkari”.
I monasteri di “Timiou Stravrou” e di “Megali Panagias”, meritano una visita.
Concludo con l’unica nota triste di questo splendido viaggio, l’incontro quasi giornaliero con profughi sbarcati durante la notte, provenienti da Siria, Iraq, Libano ed altre realtà in guerra.
La vista di tanta gente costretta a lasciare il loro paese, per sopravvivere (tante famiglie con donne e bambini) ha lasciato nel mio cuore un mare di tristezza.
Volutamente non ho scattato delle foto per un segno di rispetto nei confronti di queste persone.